Filosofia di vita

martedì 13 marzo 2012

Siamo più poveri


Siamo più poveri


Da quando la crisi ha iniziato a mordere più profondamente, tanti cittadini hanno cominciato ad interessarsi di mercati finanziari e di parole strane, come spread, default e credit crunch. Così mentre la politica si mostra debole come non mai, l'immagine della Grecia ha suscitato pensieri di solidarietà e quella della Germania idee di autoritarismo e lontananza. Oggi si dice che la Grecia è salva, ma a quale prezzo? e perché l'operazione non è stata eseguita prima? Il cittadino non sa rispondere, anche perché i professionisti dell'economia non hanno opinioni univoche. Una cosa però i cittadini italiani sanno bene: che molte tasche sono sempre più leggere ed altre quasi vuote. E questo perché le tasse aumentano e diventano sempre più insopportabili, la benzina sta arrivando a 2 euro al litro e gli altri prezzi salgono a ruota, mentre i salari perdono potere d'acquisto, la gente perde il posto di lavoro e la marea di precari, sottoccupati e disoccupati si ingrossa maggiormente. I giovani, poi, specie quelli del sud, la pagano più di tutti gli altri perché all'orizzonte non c'è un futuro dignitoso. Così la società tutta diventa più povera. E' fresca la notizia, secondo uno studio di Intesa San Paolo, che la spesa alimentare degli Italiani è tornata ai livelli di 30 anni fa (!) e tagliare sulla carne, sul latte fresco e sulla verdura vuol dire che siamo in fondo al risparmio. Cosa si può tagliare ancora?  In verità la crisi non preoccupa soltanto l'Italia, dove è proprio drammatica, ma attanaglia anche l'economia mondiale: cala il tasso di crescita di Cina, India e Brasile, gli USA ancora non riescono a trainare e le prospettive dell'Europa - salvo la Germania, ma ancora per poco - sono diventate più scure. Il problema è che la domanda interna continua a calare, ma come potrebbe se non c'è crescita? E' come il cane che si morde la coda. Eppure tutti gli Europei, a partire dagli euroscettici, dovrebbero convincersi che per uscirne ci vuole proprio più Europa, aggiungere quel tassello che i padri fondatori avevano previsto come evoluzione naturale: la costruzione di un'Europa politica, con i cittadini che partecipano alle decisioni, un Parlamento che decide, una banca centrale federale, un esercito e una politica estera comuni. Ci arriveremo? Nel mondo globalizzato questa soluzione sarebbe una necessità e un bene per tutti.

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