Filosofia di vita

giovedì 27 dicembre 2012

Il difficile compito del nuovo governo

Pur essendo il nostro un Paese a maggioranza conservatore pare che avremo un nuovo governo di centro-sinistra o di sinistra-centro. A questo punto tale colorazione per me ha poca importanza perché comunque si dovrà partire da alcuni impegni inderogabili:
-a)vasta redistribuzione del reddito (e per fare questo non basta la lotta all’evasione fiscale, ma occorre togliere dove c’è di più per mettere dove c’è di meno);
-b)sostegno al lavoro giovanile e femminile;
-c)investimento quantitativamente importante su scuola e ricerca, valorizzando il merito;
-d)attuazione di politiche avanzate sull’immigrazione;
-e)abbattimento dei privilegi delle corporazioni e delle caste (a cominciare dal ceto politico e dalla burocrazia statale e pubblica).
Infine, ma non da ultimo, il capitolo fondamentale dell'Europa che vogliamo: tutti i candidati al Parlamento dovrebbero dichiarare prima del voto se sono o non sono favorevoli all'Europa Federale e, in caso positivo, come e di quanto aumentare i fondi di bilancio.
Soltanto questi sei capitoli? Direi che pur essendo un progressista ottimista non sono sicuro che a breve si riuscirà in questa difficile impresa.






giovedì 21 giugno 2012



La questione dei diritti

Ancora una volta, ultimamente, abbiamo assistito alla disputa tra chi chiede il rispetto dei diritti per tutti e chi vuole imporre agli altri la propria visione del mondo. Perché, anche nel caso del riconoscimento delle coppie omosessuali, proprio di questo si tratta: la visione laica dello Stato da una parte e quella integralista dall’altra. E questo si riflette anche su altre tematiche come la riproduzione assistita, la tempistica sull’ottenimento del divorzio, il diritto a rifiutare le cure e così via. Insomma, in sostanza, si tratta di democrazia, perché non si può pretendere di imporre a tutti valori non condivisi. Diritti civili e di libertà e diritti sociali non sono comprimibili; il libero gioco democratico ne consente l’approfondimento, ma non si può imporre per legge una visione di parte che limita la libertà altrui. E’ auspicabile farsi guidare sempre dal principio della tolleranza.

sabato 9 giugno 2012


Giustizia ancora non è fatta!

La casta dei politici ha salvato dall’arresto Sergio De Gregorio con 40 “franchi tiratori”, perché? Forse perché a breve c’è in campo uno scambio con Luigi Lusi? Aver salvato De Gregorio è già un ulteriore grave segnale di irresponsabilità e autoreferenza, ma se fosse dimostrato lo scambio sarebbe proprio la conferma che questa classe politica non ha proprio più niente da dire.
Le difficoltà a varare la riforma della giustizia trova giustificazione in alcuni dati:
  1. in questa legislatura i parlamentari indagati e/o condannati per corruzione, concussione, truffa e abusi d’ufficio sono stati 90;
  2. sempre in questo periodo di riferimento, gli amministratori locali coinvolti in inchieste giudiziarie per gli stessi reati sono stati circa 400.
Tirando le somme si capirà perché questa riforma non piace a molti.
Sulla giustizia non può e non deve esserci alcuna forma di scambio. Ma la pacchia sta finendo.

martedì 13 marzo 2012

Siamo più poveri


Siamo più poveri


Da quando la crisi ha iniziato a mordere più profondamente, tanti cittadini hanno cominciato ad interessarsi di mercati finanziari e di parole strane, come spread, default e credit crunch. Così mentre la politica si mostra debole come non mai, l'immagine della Grecia ha suscitato pensieri di solidarietà e quella della Germania idee di autoritarismo e lontananza. Oggi si dice che la Grecia è salva, ma a quale prezzo? e perché l'operazione non è stata eseguita prima? Il cittadino non sa rispondere, anche perché i professionisti dell'economia non hanno opinioni univoche. Una cosa però i cittadini italiani sanno bene: che molte tasche sono sempre più leggere ed altre quasi vuote. E questo perché le tasse aumentano e diventano sempre più insopportabili, la benzina sta arrivando a 2 euro al litro e gli altri prezzi salgono a ruota, mentre i salari perdono potere d'acquisto, la gente perde il posto di lavoro e la marea di precari, sottoccupati e disoccupati si ingrossa maggiormente. I giovani, poi, specie quelli del sud, la pagano più di tutti gli altri perché all'orizzonte non c'è un futuro dignitoso. Così la società tutta diventa più povera. E' fresca la notizia, secondo uno studio di Intesa San Paolo, che la spesa alimentare degli Italiani è tornata ai livelli di 30 anni fa (!) e tagliare sulla carne, sul latte fresco e sulla verdura vuol dire che siamo in fondo al risparmio. Cosa si può tagliare ancora?  In verità la crisi non preoccupa soltanto l'Italia, dove è proprio drammatica, ma attanaglia anche l'economia mondiale: cala il tasso di crescita di Cina, India e Brasile, gli USA ancora non riescono a trainare e le prospettive dell'Europa - salvo la Germania, ma ancora per poco - sono diventate più scure. Il problema è che la domanda interna continua a calare, ma come potrebbe se non c'è crescita? E' come il cane che si morde la coda. Eppure tutti gli Europei, a partire dagli euroscettici, dovrebbero convincersi che per uscirne ci vuole proprio più Europa, aggiungere quel tassello che i padri fondatori avevano previsto come evoluzione naturale: la costruzione di un'Europa politica, con i cittadini che partecipano alle decisioni, un Parlamento che decide, una banca centrale federale, un esercito e una politica estera comuni. Ci arriveremo? Nel mondo globalizzato questa soluzione sarebbe una necessità e un bene per tutti.

lunedì 20 febbraio 2012










Democratici e aria fritta

Veltroni spacca il partito dei Democratici sull'articolo 18 ?  In verità non è il solo che si cimenta con questo gioco.
In un partito che si ritiene tale una volta presa una decisione occorrerebbe sostenerla all'esterno in ogni occasione, altrimenti l'immagine che risulta è quella di gruppi e gruppetti che vanno in direzioni diverse e opposte. Questi comportamenti degli alti dirigenti avallano l'opinione che non c'è un progetto condiviso e che sia giusto mandare tutti i partiti esistenti al macero. Quando si smetterà di litigare e di pensare alla costruzione della Terza Repubblica ? Il tempo scorre veloce, non si può restare seduti ad aspettare che passa il cadavere dell'Italia.

giovedì 16 febbraio 2012




Lega Nord e Rifondazione a braccetto in questo carnevale.
L’altro giorno ho ritirato dalla mia cassetta postale un foglio di informazione politica della Lega Nord, di un bel verde, responsabile politico il Sen. Roberto Calderoli, al cui interno, di colore bianco, era contenuto un piccolo volantino a cura della locale sezione caravaggina.
Il giorno dopo mi è pervenuto un volantino di Rifondazione-Partito Comunista, titolato IL GOVERNO DA’ I NUMERI.

Dal volantino verde della Lega si evince che:
  • le misure del governo Monti colpiscono soltanto l’economia del nord
  • le tasse servono soltanto per dare soldi al sud
  • Monti è un dilettante, anche perché invece di rassicurare i mercati li ha maggiormente allarmati
  • le liberalizzazioni, in primis taxi, medicinali e orari dei negozi, non porteranno effetti positivi
  • l’ex ICI, oggi IMU, è una imposta che risulta stravolta rispetto a quanto previsto dalla riforma federalista (cioè quella che, tra l’altro, prevedeva alcuni ministeri al nord, oggi chiusi ! ).                                                                
Sul volantino bianco della Lega si possono leggere alcuni calcoli a mano, senza calcolatrice, per dire che il governo deve togliere le mani da casa e pensioni. E che i responsabili di tutto il male fatto dal governo Monti sarebbe di Berlusconi, Casini, Fini, Di Pietro, Partito Democratico e lista civica locale La Tua Caravaggio.

Il volantino multicolore di Rifondazione-Partito Comunista si sofferma sulle percentuali per dire che occorre ribaltare i provvedimenti del governo Monti perché sta facendo le stesse politiche del governo Berlusconi.

Insomma, carissimi leghisti e rifondaroli, cercate di mettervi un po’ d’accordo per fare una opposizione meno contraddittoria e vacua, altrimenti i cittadini cestineranno i vostri volantini accompagnati da non pochi sberleffi, visto che siamo sotto carnevale.
La cosa paradossale è che con questi discorsi vorrebbero costruire una alternativa credibile, chi in fondo a destra e chi in fondo a sinistra. Ma si guardano intorno, voglio dire un po’ più lontano dal proprio naso? riescono a scendere dai cavalli a dondolo e a ragionare con la testa, anziché con la pancia o con le idiologie ormai sepolte?
Oggi avremmo bisogno del contributo costruttivo di tutti per uscire definitivamente dal berlusconismo e dalla crisi economico-finanziaria che ci attanaglia e ci fa soffrire. Ma so, anche per esperienza, che in questo caso l’auspicio è sprecato. Però ho fiducia nei giovani e nel miglioramento della società: sarebbero necessari il profondo rinnovamento dei partiti e il ritorno della POLITICA. Viva l’Italia e viva l'Europa politica.

martedì 7 febbraio 2012


Oltre ogni limite la tolleranza non basta.

Umberto Bossi il limite l'ha varcato più volte, ma il 30 dicembre scorso ad Albino, un comune della bergamasca, ha fatto scattare una rivolta che si è diffusa anche sul web e ha suscitato pure la protesta dell'illustre bergamasco Ermanno Olmi. L'ottantenne regista ha deciso di sostenere il ricorso alla giustizia sottoscrivendo la denuncia per vilipendio, offesa all'onore personale, oltraggio nei riguardi del Presidente della Repubblica, del Primo ministro e della bandiera nazionale.
Non è una novità, certo, che Bossi e i suoi accoliti, come Borghezio e Calderoli, usano un linguaggio scurrile, offensivo, oltraggioso e violento contro le istituzioni dello Stato italiano. E pensare che fino a qualche mese addietro questo signore dei miei stivali condivideva al massimo livello con Berlusconi tutto il bene e il male di quel governo. Oggi, all'opposizione del governo Monti, prova a passare ad incassare i voti dei malumori del lombardo-veneto provenienti dalla crisi economica, politica e sociale del nostro Paese. Così cavalca, guidato da un direttorio centrato sul familismo, le deboli schiere degli antieuropeisti, deboli perché egoiste e ignoranti dei grandi cambiamenti della società postmoderna globalizzata.
Adda passà 'a nuttata.

domenica 22 gennaio 2012





La scuola che funziona è il futuro della società.
Dagli anni sessanta in poi la scuola primaria (ex elementare) si è andata progressivamente femminilizzando per via del fatto che consentiva alla donna il doppio-triplo lavoro (mamma, insegnante e casalinga). E a tutti andava bene così. In seguito, intorno alla fine degli ottanta, la situazione è andata celermente modificandosi perché da una parte la donna si è emancipata e dall’altra la scuola le ha chiesto maggiore impegno. Dunque la donna è diventata meno mamma, più insegnante e meno casalinga. Abbiamo perso tutti qualcosa? E qual’è Il suo ruolo oggi? 
Ciascun marito, società o Stato questo nuovo ruolo vorrebbe modellarlo a suo piacimento, e anche le donne stesse hanno sul problema idee diverse e a volte contraddittorie. Se continua così il sistema non può funzionare bene; ci vorrebbe un disegno organico, un progetto di vita condiviso, con un’attenzione alla famiglia e con una visione rivolta al bene comune e al futuro. I genitori negli ultimi anni hanno largamente contribuito a sostenere la scuola pubblica, e oggi che la crisi si sente soprattutto nelle famiglie lo Stato non deve far mancare il necessario sostegno all’stituzione fondamentale per lo sviluppo del Paese. L’Istat dice che la scuola gode ancora della fiducia dei cittadini e che è un pilastro fondamentale per sperare in un futuro migliore. Da parte sua il governo Monti, dopo tre anni di tagli, ha deciso che il settore non venisse ulteriormente impoverito, pensando ad una strategia di valorizzazione della funzione civile degli insegnanti. Con il ministro Profumo si è deliberato di investire il primo miliardo di aiuti europei alle scuole del sud, con destinazione finalizzata all’edilizia, alle nuove tecnologie, alla dispersione e al recupero nelle zone di particolare povertà sociale. E’ stata individuata come priorità il controllo delle competenze irrinunciabili: saper leggere, comprendere e scrivere una frase, apprendere i fondamenti elementari della matematica, imparare i primi rudimenti di una seconda lingua. Insomma un ritorno ai contenuti primi dell’insegnamento senza orpelli ideologici. Siamo finalmente sulla giusta strada?




Che brutta cosa l'intolleranza.

Perché ciò che è possibile in Francia non dovrebbe esserlo in Italia? La Segreteria di Stato vaticana ha accusato il dramma di Castellucci, "Sul concetto di volto del figlio di Dio", un' opera offensiva nei confronti di Nostro Signore e quindi, pur se il regista ha annunciato che la scena incriminata delle offese all'immagine sarà tolta, si vuole che a Milano il dramma in cartellone dal 24 prossimo non sia rappresentato. Insomma è come dire che noi italiani siamo figli di un dio minore, senza capacità d’intendere e volere, e che i cattolici francesi possono essere rispettati nei diritti mentre noi italiani possiamo farne a meno. Ma dove va a finire il principio della libertà delle coscienze e della tolleranza? La Chiesa di Roma pontifica a seconda del popolo che si trova di fronte, rendendo espliciti i due pesi e le due misure!

mercoledì 18 gennaio 2012



Cara Germania non tirare troppo la corda.

Il Governo Monti sta lavorando sodo, però sembra che gli interventi risolutori si possano disegnare soltanto con l’aiuto della Germania. Ma l’Europa così come la conosciamo può intervenire efficacemente? No, non può intervenire, perchè la sua costruzione si è fermata a metà. Ci siamo fermati alla moneta, che è già gran cosa, e abbiamo lasciato indietro il progetto degli Stati Uniti d’Europa. E’ famoso il concetto che espresse Kissinger con la frase: “se devo parlare con l’Europa quale numero devo comporre?”. Appunto, chi risponderà all’altro capo del filo? Nessuno, perchè l’Europa politica non c’è, non c’è una federazione di stati con una responsabilità centrale condivisa. Da qui i no della Merkel, nonostante che la Germania abbia beneficiato notevolmente dell’introduzione dell’euro. Se ieri la priorità era impedire nuove guerre, oggi gli obbiettivi da raggiungere sono l’attenuazione delle disuguaglianze e il mantenimento e rafforzamento del welfare. Non ci sono altre vie per superare la crisi finanziaria ed economica se non rafforzando le istituzioni comunitarie. Ma l’Europa sarà in grado di rispondere positivamente a questa esigenza?

martedì 17 gennaio 2012

Profilo

Sono nato nel 1948 a Carpino (FOGGIA-Italy), un piccolo paese della Capitanata (l’antica Daunia), posizionato vicino al lago di Varano e al mare; qui, in particolare tra il '58 e il '61, ho trascorso alcuni anni indimenticabili. Ho conseguito la maturità a San Severo (FG), la laurea in Pedagogia a Salerno e l’abilitazione in lettere per la scuola secondaria a Bari. Sono sposato e ho due figlie. Mi piace la politica: ho ricoperto la carica di Assessore alla Pubblica Istruzione agli inizi degli anni ottanta e quella di Consigliere Comunale e candidato sindaco agli inizi dei novanta. Ho insegnato alle scuole primarie e secondarie. Nel 1982 ho assunto l’incarico di dirigente scolastico e nel 2009 sono andato in pensione. Come dirigente scolastico mi sono occupato, tra l'altro, di autovalutazione e qualità del servizio scolastico, conducendo esperienze sulle performances degli alunni e sul livello di gradimento del servizio da parte di scolari, genitori e insegnanti. Continuo a interessarmi di scuola e sono consulente educativo a titolo gratuito. Mi piace la filosofia, il cinema e la fotografia; provo a vivere in sintonia con la natura e in pace con me stesso e gli altri.